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I am very very tired when…. Sono molto molto stanco quando…

4 Aug

Traveling should be a profession: it’s as tiring as a profession. Especially if you work and travel at the same time. Nothing to say about it. Hence, I’m using myself to understand when it’s not worthy to move and when I cannot (technically) move for physical reasons. In this way I realize to be very very tired when:

1. I start speaking by myself not to fall asleep

2. I think about things I would like to do in the future in order to find motivation to keep on doing simply what I am doing

3. I sing Christmas songs in August, thinking that I would love to ask Santa Klaus to sleep more and better

4. I think about the period I worked as a Reuters journalist, remembering it as easy and relaxing

5. I start mixing words of different languages expecting people to understand me. Normally when I’m in this condition then I start laughing by myself: at least I understand what I mean

6. I keep on thinking I lost money and objects somewhere in the previous 24 hours. That’s the only paranoia left: I’m too tired also for paranoias

7. I have problems taking something lying on the opposite part of my bed, hoping that the object will come to me for some magical reasons. Even though I’m tired, I’m still mentally sane: I never saw anything moving magically

8. I cry in front of the television watching the Olympics – I don’t think I’m so emphatic and sensitive. I prefer to think my teardrops are related to the simple idea of me running 400 meters – too tiring. I cannot be any more “faster, higher, stronger”

9. I’m in bed thinking I want to do so many things that my body keeps on producing adrenaline: it’s a nightmare then to fall asleep and I’m still so tired that it’s three hours I’m not doing anything

10. I open Facebook and I’m scared of those 14 notifications: I will never sleep

11. I write 3rd of August 2007, with 5 years lag. It sounds wired how fast time passes, I suddenly feel all the pain of it

By the way, now I’m singing by myself Christmas songs, thinking that I have to finish the post on the blog because I want to read 14 notifications, before trying to sleep in order to be fresh tomorrow and speak with my colleagues just in English. But I’m already thinking about the money I forgot in a bar where I grabbed a coffee crying in front of the television – I was watching the weightlifting at the Olympics.

But it doesn’t matter. Today is the birthday of an adorable creature, the one who introduced me to the pleasure of experimenting and traveling. She’s the kind of person who lives her life, with a shot of tiredness in her eyes and a long drink of nice experiences to share. Ops. That’s why I just changed my mind: now I’ll experience the night. Tired but happy.

And no paranoias will follow me in my exploration – that’s the great advantage of being tired, even too tired for paranoias.

When I'm too tired even to use the stairs. Then I find myself doing pretty stupid things. Picture taken in Copenhagen - Istedgade

When I’m too tired even to use the stairs. Then I find myself doing pretty stupid things. Picture taken in Copenhagen – Istedgade

Viaggiare dovrebbe essere una professione: è faticoso almeno quanto lavorare. Soprattutto se ci si prova a guadagnare la pagnotta lavorando mentre si è in viaggio. Niente da dire in proposito. Quindi, quello che sto facendo è “usare me stesso” per capire quando non ha senso muoversi e quando non è possibile muovermi per ragioni fisiche. In questo modo mi rendo conto di essere molto molto stanco quando:

1. Comincio a parlare da solo per non addormentarmi

2. Penso a esperienze che vorrei fare al fine di trovare la motivazione per continuare a fare quello che sto facendo

3. Intono canzoni di Natale nel mese di agosto, pensando che mi piacerebbe chiedere a Babbo Natale di dormire di più e meglio

4. Penso al periodo in cui ho lavorato come giornalista Reuters, avendo la percezione che sia stato facile e rilassante

5. Uso parole di diverse lingue aspettandomi che le persone mi capiscano. Normalmente quando mi trovo in questa condizione inizio a ridere da solo: almeno ho capito cosa voglio dire

6. Continuo a pensare di aver perso soldi e oggetti da qualche parte nelle 24 ore precedenti – paranoia. Si tratta tuttavia dell’unica paranoia che mi fa compagnia: sono stanco anche per quello

7. Ho problemi a prendere qualcosa che sta sulla parte opposta del mio letto, sperando che l’oggetto verrà da me per alcune ragioni tanto inspiegabili quanto magiche

8. Piango davanti alla televisione guardando le Olimpiadi – non credo di essere così empatico e sensibile. Preferisco pensare che le mie lacrime siano dovute alla semplice idea di dover correre 400 metri – troppo faticoso . Non posso essere più “più veloce, più alto, più forte”.

9. Sono a letto a pensare che voglio fare tante cose che il mio corpo continua a produrre adrenalina: è un incubo poi addormentarsi e io rimango comunque così stanco che ho passato tre ore a non far niente

10. Apro Facebook e ho paura di quei 14 notifiche: non dormirò mai più

11. Scrivo 3 agosto 2007 – sono 5 anni in ritardo. Sembra strano quanto passi velocemente il tempo, ora ne sento il peso – tutto in un botto.
A proposito, ora sto cantando canzoni di Natale da solo. Sto pensando che devo finire il post per il blog perché voglio leggere 14 notifiche, prima di cercare di dormire per sentirmi in forma domani: vorrei tanto parlare ai miei colleghi solo in inglese. Contemporaneamente prende il passo anche un altro pensiero parallelo: il denaro dimenticato in un bar dove ho preso un caffè. Dove mi son messo a piangere davanti alla televisione mentre guardavo il sollevamento pesi alle Olimpiadi.

Ma non importa. Oggi è il compleanno di una creatura adorabile, colei che mi ha fatto conoscere il piacere di sperimentare e di viaggiare. Lei è il tipo di persona che vive la sua vita, con uno shottino di stanchezza negli occhi e un lungo cocktail di belle esperienze da condividere. Farò la stessa cosa e sperimenterò la notte. Stanco ma felice. Senza paranoie. Questa la bellezza di essere stanco.

Un compromesso tra la stanchezza e la voglia di vivere la notte: il taxi con porta-biciclette

Un compromesso tra la stanchezza e la voglia di vivere la notte: il taxi con porta-biciclette

Il giorno del mio compleanno

10 Jun

Il giorno del mio compleanno è iniziato alle 19:45 dell’8 giugno. Dopo una giornata più che piacevole tra un colloquio e un altro per un lavoro o per la casa con una spruzzata di chiacchiere online per fare CouchSurfing. Il tutto dopo aver dormito due ore la notte prima nella sala di amici che mi hanno invitato a una festa carinissima. Stancarello.

Luci di sospensione.

Luci di sospensione.

Appunto. Alle 19:45 mi sono incontrato con il ragazzo danese che mi avrebbe ospitato per la notte dell’8 conosciuto sul sito CouchSurfing. E’ arrivato in ritardo all’appuntamento e questo me lo ha reso automaticamente simpatico. Ci siamo abbracciati e mi ha presentato al suo gruppo di amici. Passano cinque minuti e vado a prendere 8 birre per 4 di noi. Siamo andati al parco più vicino e le abbiamo bevute con vista laghetto, tra anatre, pennuti vari e persone che fanno jogging tra il fresco verde.

Siamo andati poi al concerto dei , dove sono entrato e non ho pagato grazie a una piccola gabola.  Bella musica e Jacob (così si chiama la persona che mi ospita) mi ha riferito che sta iniziando a festeggiare (ironicamente?) la settimana del suo compleanno (mercoledì 13 sarà 31enne). Così giustificandosi ha offerto da bere a me e ai suoi amici. Non ho detto nulla – non ho fatto sapere che sarebbe stato il mio compleanno di lì a poco. E scoccano le 00:01 del 9 giugno, e arriva la fine della mia settimana di compleanno. Ho preso 34 birre (7 come i giorni della settimana*4 di noi + 6 per “amici di amici” (?)) e ho annunciato e introdotto il mio compleanno alle persone con cui mi ero appena incontrato. Ho iniziato a fare fotografie e abbiamo fatto casino. Abbiamo continuato così festanti anche dopo il concerto, in compagnia di personaggi più che strani e più che piacevoli. Il mercato della carne di Copenaghen è l’ennesimo parco giochi per adulti, con bar notturni e posticini carini aperti per di più di notte.

Ritorno a casa di Jacob in taxi, pago e sono quasi sul lastrico. Ma poi penso di volerci arrivare dritto dritto sul lastrico e compro 12 birre per la sera (erano le 4 di mattino – che sera e sera). Continuiamo a bere e Jacob mette musica per 4 ore fino alle 8 di mattina. Dopo abbracci e felicitazioni, finalmente il sonno si è rimpossessato di me. Bella sensazione, mi mancava. Ma bella sensazione anche svegliarsi alle 11, sentire Jacob risvegliarsi e continuare come poche ore prima. Evvai di birra! Jacob poi esce e mi lascia casa sua: oggi vedrà la sua figlioletta. Metto un po’ a posto casa e poi vedo la finale del Roland Garros in streaming: Errani perde ma la amo lo stesso. Mi faccio una doccia, un panino con alimenti gentilmente offerti dalla casa e poi fuori. La strada di una grande città mi fa compagnia e mi fa pensare, mi impaurisce quel tanto da velocizzare i miei pensieri e farmi capire più cose. Trotterello nell’unico supermercato aperto e prendo una confezione di salmone affumicato. Il pranzo del mio compleanno è veramente buono. Sono felice del fatto di saper prendere un po’ cura di me stesso. Prendo mezzi super-lenti (la lentezza può essere affascinante e più che piacevole) per arrivare a un party super figo dove mi aspettano Chris, Mons, una loro amica bellissima, Rainer, il suo fidanzato Sensitive (lo chiamo così), Obba e qualche altro personaggio che non conosco. L’amica bellissima mi regala una corda gialla per il mio compleanno e io sono tutto felice. Non bevo neanche se non acqua e Coca Cola (vedi poi che se a trenta anni inizio a bere bevande di questo genere è giusto che mi autoquereli per stupidità), ballo e son felice. Imparo a giocare con la corda gialla e ci danzo. Bei momenti di calma nel parco del rave, dove giovani enormi hanno gesti gentili nonostante tutto. Bella questa parte di Danimarca. Bella. Mi godo la presenza dei miei amici più grandi e li vedo soddisfatti, e mi vedo soddisfatto di quelle che sono state le mie decisioni. Momento abbraccio e saluto con i miei amici belli. Mi incammino e, continuando a pensare e annotare qualche pensiero, vado a salutare le ultime due ore del mio compleanno a Christiania. Giusto una passeggiatina veloce.

Sta già albeggiando ora.

Sta già albeggiando ora.

Prendo di nuovo i mezzi super-lenti e penso che Jacob si merita un regalo un po’ speciale: faccio una scatolina con metà delle cose che prendo per tornare a casa sua da Christianshavn, come segno in vista del suo prossimo compleanno. Divido tutto in due per qualche ora, ringraziando il fatto di voler ancora conoscere delle persone, socializzare con tutti e vivere felice la gioia di prendersi cura degli esseri che apprezzo (anche e soprattutto se strani). Ora la scatoletta ha due mezzi pacchetti di caramelle, due sigarette Cecil red, metà ricordino da Christiania, un Ferrero Roche e un accendino. Questo il regalo per il compleanno: essere felice almeno per un giorno con/per tutto quello che ho e che ho avuto in regalo dalla vita.